Tinos è una delle isole più emozionanti dell’arcipelago delle Cicladi. Spesso ignorata dal turismo di massa, che notoriamente preferisce riversarsi su Mykonos e su Santorini, questa destinazione offre al viaggiatore un volto autentico, fatto non solo di splendide spiagge ma soprattutto di villaggi e baluardi spirituali.
Qui non è mai alta stagione, i locali ti si rivolgono in greco in prima battuta e il pericolo di cadere in “turistate” è pressoché nullo. In cambio Tinos ti restituisce un’immagine della Grecia d’altri tempi, dove puoi incontrare simpatiche capre lungo la strada che porta al mare, affettuosi gattini agli angoli delle piazze, scultori del marmo che portano avanti il mestiere degli antenati, anziane monache di nero vestite e gustosi piatti della tradizione.
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Veniamo alle tappe di questo piccolo tour alla scoperta dell’isola.
Panormos
Sito all’estremo nord, il villaggio di Panormos si presenta come una località balneare dotata di un piccolo porticciolo molto caratteristico. Il bianco e blu delle case si intonano alla luce accecante del sole e all’intenso e profondo colore del mare, rendendolo un luogo davvero instagrammabile. Dal centro storico, ricco di bar e locande, parte inoltre una gradevole passeggiata che conduce al lido selvaggio e poco frequentato di Kavalourko. Per i meno allenati è possibile spingersi in auto (non preoccupatevi del breve tratto da affrontare sulla battigia, siete sulla strada giusta) fino a Agia Thalassa, da cui parte un sentiero che in soli 10 minuti a piedi vi porta a destinazione.
Un consiglio: evitate di recarvici in una giornata ventosa, tutt’altro che una rarità sull’isola, poiché potrebbe risultare difficoltoso passeggiare lungo la promenade e conservare contemporaneamente i vestiti asciutti ed i capelli in testa!
Pyrgos
Una delle più piacevoli scoperte per me è stata Pyrgos. Paese natale di Yannoulis Chalepas, famosissimo sculture attivo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento, Pyrgos è noto per una lunga e prospera attività di estrazione e lavorazione del marmo… Quando si dice che la mela non cade mai troppo lontana dall’albero!
Pareti decorate, piccoli manufatti ed elementi intarsiati sono solo alcuni degli indizi di questo glorioso passato da ricercare nei dettagli che ornano le strette viuzze cittadine; molti di questi trovano poi sede privilegiata nel Museo del Marmo e nella Preparatory and Professional School of Fine Arts.
Museo del Marmo Orari dal 1° marzo al 15 ottobre: tutti i giorni dalle 10 alle 18 martedì chiuso. Orari dal 16 ottobre al 28 febbraio: tutti i giorni dalle 10 alle 17 martedì chiuso.
Volax
Forse questo è il villaggio più pittoresco di Tinos. A renderlo così speciale è il paesaggio lunare su cui sorge e con cui dialoga: i massi rotondi di granito fanno da cornice a un centro rustico e dal fascino decadente.
Molte sono le leggende che cercano di spiegare l’origine di queste formazioni rocciose ma per brevità riporterò solo due delle ipotesi più interessanti:
- che esse siano nate dall’impatto e la frantumazione di un meteorite;
- che possano essere rocce marine portate in superficie dall’evoluzione morfologica del territorio.
L’abitato si compone di case tradizionali ancora “vissute” e di molte, invece, abbandonate. Sono proprio quest’ultime a suscitare il mio interesse dal momento che trovano un nuovo scopo nella poesia, iscritta su porte ed infissi. Per le strade della città vecchia risuonano quindi le parole di alcuni autori locali come Kavàfis, Kàlvos, Palamàs e Sikelianòs.
Dio Horia
Piccolo e abbarbicato ai piedi del monte Exobourgo, Dio Horia, è un borgo accessibile solo al traffico pedestre e di asini. Non accontentatevi di visitare solo l’ariosa piazza principale, che sorge alle pendici, ma raccogliete fiato e coraggio e spingetevi fino ai confini superiori, qui le case si fanno via via più particolari e popolate di felici colonie feline.
Contribuiscono a renderla una meta turistica le 3 storiche grotte-fontane, da ricercare come in una caccia al tesoro nell’intreccio urbano!
Monastero di Kechrovouni
Chiude il tour la tappa dedicata al Monastero di Kechrovouni, un vero e proprio must visit di Tinos! Ancora in attività, questo centro religioso sorprende per la complessità planimetrica: se, infatti, non si prestasse attenzione alle icone o alle diversi simboli della chiesa, si avrebbe quasi l’impressione di camminare per un centro abitato vero e proprio.
Fondato tra l’XI ed il XII secolo, il complesso si articola in una chiesa principale, rigorosamente ortodossa, e diverse secondarie, in molti edifici di contorno e nelle celle monastiche. Passeggiando sicuramente vi capiterà di incontrare le inquiline del complesso, non sempre illuminate da un raggiante sorriso ma, d’altronde, le brutte giornate capiteranno anche alle suore, no?
NB: Interessante la combinazione di tratti tipici dell’architettura isolana e di quelli propri del sistema di fortificazione veneziano.
PS: Ricordatevi che essendo una meta religiosa è necessario avere spalle e gambe coperte in segno di rispetto.
Allora, quando mettersi in marcia? Il periodo migliore, parlo per diretta esperienza, per visitare Tinos è certamente l’inizio di giugno e di settembre. In questi due momenti, infatti, non soffrirete il caldo durante le visite nell’interno dell’isola ma ci sarà comunque una temperatura perfetta per godere del mare e delle spiagge!
Mentre voi prenotate la vostra prossima partenza alla volta di Tinos, io continuo a crogiolarmi serenamente nei ricordi che ho portato a casa con me.